Lo sapevo che sarebbe arrivato il giorno decisamente no. Oggi lo è stato. Mi sono svegliata già storta, avevo un gran giramento di scatole, poi ci metti che ho fatto un gran danno incastrando due cerniere e rischiando di non tirare più fuori le chiavi di casa ed il telefono. Decido di vestirmi ed andare a correre, nonostante ancora fisicamente non stia bene, ancora male al piede e dopo la congestione sono debilitata e stanca. Inizio, primo giro duro ma lo supero, secondo giro quasi muoio. Una parte di me vuole tornare a casa, una vuole continuare. Decido di riprovarci rallentando ed il terzo giro va. Allora mi dico dai ci sei finisci l'allenamento ed il quarto giro arranco ma alla fine termino l'allenamento.
Vorrei tranquillizzare tutti sulla doccia: oggi avevo l’acqua calda! Oggi il post sarà un po’ filosofico e non dedicato all’allenamento, visto che è andato bene a parte il fatto che ho lasciato l’orologio a casa e che sono dimagrita e perdo i pantaloni. Il post è sulla gratitudine. Oggi ho incontrato un ragazzo in carrozzina che usciva dalla piscina e che con un sorriso a 36 denti mi ha dato il buongiorno. Io gli ho sorriso e gli ho ridato il buongiorno. E da li ho iniziato a riflettere su quanto sono fortunata perchè ho due gambe forti e solide che mi permettono di andare ovunque, correre, camminare, andare in motorino. Ci lamentiamo troppo spesso per cose futili, vedi me con la doccia, eppure io sono fortunata perchè ho un corpo forte e sano e non dipendo da niente. Mentre facevo il secondo giro lo risupero e mi sono sentita una merda perché questo povero ragazzo ha dovuto farsi un giro enorme sulla pista ciclabile per poter attraversare agevolmente. Maledette barriere architetto
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